Palermo, forse qualcuno dovrebbe chiedere scusa a Corini (e intanto spunta Inzaghi)
Non siamo degli avvoltoi. Non abbiamo aspettato la prima sconfitta del nuovo corso Mignani per attaccare chissà chi (anche perchè, non ne avremmo motivo). Sarebbe stato sin troppo semplice scrivere qualche riga dopo la batosta interna contro la Reggiana, ma un secondo passo falso in quel di La Spezia – ancor più grave per i risvolti del postpartita – ha aperto la strada ad una vera e propria crisi. Che non può che essere valutata anche in questa sede.
Si diceva, Corini. Si diceva che fosse il tassello mancante del puzzle, il tallone d’Achille di una squadra che, con la giusta guida, avrebbe potuto dire la sua nella cavalcata verso la massima serie. Ma qui non è questione di fantini: quando è il cavallo a non correre, a guidarlo può esserci anche il migliore. I tre punti in cinque partite non pongono Mignani nella strada giusta verso la riconferma, anzi. La media punti ottenuta dal tecnico è da retrocessione e, sempre per restare in tema, le colpe non sono tutte sue.
E allora si, che qualcuno dovrebbe probabilmente chiedere scusa al buon Eugenio. Massacrato, semplicemente. Da tutti, chi più chi meno. Vuoi vedere che il problema non era lui? Vuoi vedere che la reale spiegazione di tutto ciò è che, semplicemente appunto, la squadra è stata un tantino sopravvalutata? Ecco perchè, appare sempre più evidente che sarebbe il caso di archiviare quanto più velocemente questo campionato e pensare già al successivo, mettendo le basi a quello che sarà. Con tante certezze e pochi dubbi, poche scommesse. Sul campo e in panchina, dove spunta la candidatura di Inzaghi, uno che la B l’ha già vinta: per un super Palermo, servirà un super Pippo