La preoccupazione più forte per ritrovare un Palermo competitivo riguarda i gol da evitare. Se ne prendi due o tre per gara, com’è diventata brutta abitudine stagionale, è molto difficile che tu faccia risultato. Ma allo stesso tempo per invertire la rotta, serve anche un attacco insidioso e prolifico, che riprenda a marciare sui ritmi di inizio girone di ritorno.
La primavera di Matteo. Dici gol in casa rosanero e non puoi che pensare a Brunori, 61 segnature totali in tre stagioni sotto il monte Pellegrino, a sole tre lunghezze dal 2° posto della classifica dei marcatori di ogni tempo, regolarmente in doppia cifra da tre campionati consecutivi, prima in C adesso fra i cadetti. Anche se si valuta l’ipotesi di un cambio di modulo, la sua centralità nella manovra del Palermo non è in discussione.
Nonostante quei numeri indiscutibili, la stagione è stata controversa anche per Matteo, capitano capace di giornate luminose ma troppo spesso costretto a fine gara a mettere la faccia sulle occasioni sprecate. Si pensi a Parma o a Cremona, dove lui aveva apposto la propria firma. Però il Palermo è pensato con Brunori e anche se potrebbe cambiare il modo di cercarlo, Matteo resta il riferimento principale.