“Palermo, in arrivo la carica dei 50 mila”, titola il Corriere dello Sport.
La carica dei 50 mila. Sono gli spettatori che potrebbero arrivare al “Barbera” sommando i presenti in occasione delle prossime due gare contro Spezia e Lecco. Si tratta al momento solo di una proiezione supportata, tuttavia, da un fatto oggettivo e cioè dalla costruzione di un nuovo rapporto tra squadra e pubblico. Il Palermo ha ritrovato la sua gente.
Dopo avere metabolizzato la delusione legata alla mancata qualificazione ai playoff nella scorsa stagione, i tifosi rosanero hanno voltato pagina e, attratti da una campagna acquisti di altissimo livello e dagli ottimi risultati ottenuti in questo primo segmento del campionato da un gruppo che ha alzato l’asticella delle ambizioni, si sono stretti nuovamente intorno alla compagine di Corini. In un contesto del genere e in generale in una piazza come Palermo che vive di entusiasmo e a cui basta poco per “accendersi” non va sottovalutato il fattore pubblico. Quattro delle prossime 5 gare saranno in casa e il tifo potrebbe recitare un ruolo molto importante rivelandosi, potenzialmente, un prezioso alleato della squadra.
Dopo la sosta, il mini-ciclo sarà inaugurato dal doppio turno casalingo contro Spezia e Lecco. Partite da pienone anche perché la prima gara sarà in notturna (lunedì 23 ottobre alle 20,30) e la seconda di domenica pomeriggio (il 29 alle 16,15). In attesa delle risposte che darà la prevendita, è facile immaginare una grande affluenza sulla base soprattutto del trend di questo avvio stagionale con un “Barbera” che in 3 partite ha fatto registrare un totale di 73.076 spettatori e che a quota 24.359 colloca i rosanero in vetta alla classifica di B relativa alla media spettatori per le gare interne. Il numero degli abbonati ormai è definitivo (12.603, la Sampdoria però ne ha di più) ma quello relativo ai paganti è destinato a crescere. Accanto ad uno zoccolo duro che ha sempre puntato sulla squadra a scatola chiusa si va allargando la fetta di tifoseria disposta a dare fiducia al Palermo a prescindere dal nome dall’avversario. Si chiama senso di appartenenza ed è un ulteriore segnale di attaccamento ai colori sulla scia di esempi recenti.