Boscaglia sul Cosenza: “Non c’erano le basi per un accordo. Futuro? Nessuna preclusione”
ha parlato del suo presente e del suo futuro, tornando sul mancato
accordo con il Cosenza: “Non ci sono sono state le condizioni che
pensavo che ci potessero essere. Abbiamo rifiutato qualcosina, ma con
grande garbo e rispetto perché bisogna avere rispetto verso chi ti
propone un lavoro, ma non c’erano le condizioni che cercavo per
affrontare una nuova esperienza. Cosenza? Per come sono fatto, e per
come siamo fatti tutti gli allenatori, ho bisogno di un minimo di
programmazione anche se entri in una squadra che non hai costruito tu,
completamente nuova. Però hai bisogno di un minimo di garanzie che però
non c’erano, non c’era la programmazione che avrei desiderato ci fosse.
Per alcuni dettagli, che poi non sono dettagli per me, non siamo in
sella. Questo anno mi sta servendo per tante altre cose, mi aggiorno,
guardo partite e giocatori, cose che non puoi fare quando alleni una
squadra. C’è anche il bicchiere mezzo pieno da questo punto di vista”.
Sul futuro: “Noi abbiamo bisogno di lavorare, la
categoria è importante, ma a volte è fine a se stessa. Ci sono squadre
in C che valgono due o tre volte altre di categoria superiore. Ci sono
piazze così importanti che fanno gola un po’ a tutti. Il problema è che
non si può lavorate tanto per lavorare, ognuno di noi vorrebbe la
squadra e la società perfetta. Ci vuole un minimo di programmazione a
prescindere dalla categoria. È un problema di
Sul Brescia: Non vorrei essere nei panni di Inzaghi. Il
Brescia è una buonissima squadra, ma è lì in classifica anche per
merito del mister. Le dinamiche interne non le conosco, ma posso
immaginarle perché le conosco avendo allenato lì e subito due esoneri da
parte del presidente di cui uno con la squadra già salva. La convivenza
fra due personalità così forti non è facile, l’esonero di Cellino fa
curriculum perché vuol dire non sottostare a tutto quello che dice il
presidente ed è giusto così. I presidenti hanno sempre ragione, ci vuole
il confronto, ma poi è l’allenatore che deve allenare e decidere come
far giocare la squadra. Cellino è anche geniale, ha idee fantastiche, ma
non è un allenatore”.