GazzSport: “Un Segre(to) rosanero: ‘Torno in serie A con il Palermo, pensiamo in grande’”
“Un Segre(to) rosanero: «Torno in serie A con il Palermo, pensiamo in grande»”, titola La Gazzetta dello Sport in edicola oggi.
«Ritiro a Manchester un’esperienza eccezionale che ogni giocatore
desidera fare da quando è ragazzino. Venire qui è una soddisfazione
personale e di società, ti fa capire l’importanza di questo club, del
loro gruppo, anche nei particolari, dall’erba dei campi curatissima
all’ordine e alla pulizia degli spazi. Dobbiamo lavorare tanto per
arrivare a certi livelli. Poi oggi (ieri, ndr) abbiamo fatto il tour
dell’Etihad, lo stadio del City, e sono rimasto colpito: qui sono un
passo in avanti rispetto all’Italia, al top mondiale. Lo stadio è il
simbolo della modernità ed efficienza, dagli spogliatoi al museo, non ci
sono aggettivi per descriverlo. “La cessione? Una scelta del Torino, ma
quando mi ha cercato il Palermo ho detto subito sì perché la società e
la città sono ambiziose, pensano in grande. Sono treni che non capitano
tutta la vita, specie questo, è stata un’emozione. Mio ruolo? La mia
posizione preferita? In un centrocampo a 3, da mezzala. A Perugia
giocavamo a 2 in mediana l’anno scorso, però preferisco la mezzala
destra. I miei eroi da ragazzino? A Milanello ho avuto la fortuna di
vedere Kakà da vicino, ho fatto il raccattapalle a San Siro, era un bel
vedere. Poi ho conosciuto Beckham per la presentazione di uno spot,
all’epoca giocavo a Piacenza ma David non sapeva neanche dove fosse… Sì,
Kakà era un 10, però mi piaceva la sua falcata elegante, la sua classe,
mi ispiravo a lui, la sua sportività. Oggi mi piace Barella.
All’estero… De Bruyne e Gundogan. Ma io vedo di tutto dalla C
all’estero, anche se devo studiare, mi mancano 6 esami alla Laurea.
Obiettivi? Palermo neopromossa ambiziosa, come si concilia il tutto? Con
umiltà e voglia di lavorare. La B è un torneo difficile, con tanti club
che vogliono salire. Ed equilibrato: puoi vincere col Genoa e perdere
ovunque. Dobbiamo lavorare per migliorarci. L’ambizione ci spinge a dare
tanto. I playoff? Perché no. Se dobbiamo sognare, meglio non porsi
limiti…».