La SPAL chiede la riammissione in B a discapito del Perugia. Per gli estensi “Curi” non a norma
La situazione a cavallo tra Serie B e Serie C sembra ormai essere sfuggita di mano, con le formazioni retrocesse dalla cadetteria alla terza serie che di fatto hanno avanzato domanda di riammissione nella seconda categoria professionistica italiana.
Tutto nasce dal ricorso vinto dal Perugia, che si era appellato alla giustizia sportiva ricorrendo contro FIGC, Lega B e Lecco, dopo che la formazione lombarda, vincitrice dei playoff di Serie C, era stata ammessa dalla Covisoc alla B pur non avendo presentato nei termini perentori la completa domanda di iscrizione, priva della delibera per lo stadio, consegnata comunque il 21 giugno, un giorno dopo il gong; il tutto dovuto a un ritardo del Prefetto di Padova, sede designata per le gare interne dello stesso Lecco in attesa del restyling del “Rigamonti-Ceppi”.
E ieri, in tutta questa serie di ricorsi e richieste di ammissioni, si è inserita ieri appunto la SPAL, che ha provveduto a depositare “tutta la documentazione necessaria al fine di richiedere la riammissione al campionato di Serie B 2023/24”.
La Gazzetta dello Sport, chiarisce oggi le motivazioni per le quali gli estensi hanno richiesto la riammissione. Come si legge sulla rosa, “c’è un giallo legato allo stadio Curi, indicato dal club malgrado non sia ancora stato rifatto l’impianto di illuminazione (ci vogliono ancora 10 giorni): per questo come campo alternativo il Perugia ha indicato quello di Benevento. Ma è possibile avere una deroga? Le norme in tal senso sono molto contorte e contraddittorie. Per questo la SPAL ci prova. […] E se il Perugia sarà bocciato, farà un altro ricorso”.