Gardini: “Indietro sul piano sportivo, ma questa città può stare fra le top in Italia”
Nel corso del Social Football Summit 2024 in corso di svolgimento presso lo Stadio ‘Olimpico’ di Roma è intervenuto anche l’amministratore delegato e direttore generale del Palermo Giovanni Gardini. Ecco le sue dichiarazioni raccolte dagli inviati di TuttoMercatoWeb.com: “Il City Football Group ha acquistato il Palermo perché ritiene che il calcio italiano sia una realtà da sviluppare ulteriormente, hanno ritenuto Palermo la piazza ideale in termini di tifosi e di sviluppo commerciale dopo le squadre che avevano già in Inghilterra, Spagna, Francia e Belgio. Il Palermo è stato acquistato in Serie C, la categoria non era importante perché il progetto è lungimirante e si cercano risultati sul lungo periodo. Palermo è un’occasione per fare un calcio a livello industriale. Siamo sicuramente a meno del 50% del percorso, è difficile quantificare le potenzialità di una città come Palermo. Ha un bacino di utenza in Italia e in tutto il mondo che poche squadre possono avere. Noi abbiamo l’obbligo morale di essere sempre più competitivi nell’immediato. Il Palermo non è una succursale, ogni società ha una sua indipendenza rispetto alle altre. C’è grande interazione e condivisione di informazioni in tutte le aree, dalla sportiva al marketing. Far parte di un gruppo significa condividere, da Melbourne a New York. Il drive per noi è il risultato sportivo, se non hai risultati il resto vale poco o nulla. Palermo ha oggi una grandissima visibilità. Il calcio soprattutto in Italia viaggia su quello che si dice e poco su quello che si fa. Noi siamo per fare, non per dire, non ci servono slogan. Poi sicuramente sbagliamo, cerchiamo di ridurre la percentuale di errori perché è impossibile non farne. Non ci si ricorda mai cosa si è detto prima, ci vuole coerenza e competenza. Queste sono le caratteristiche fondamentali che ricerchiamo a livello di business e di risultati sportivi”.
Rendimento sportivo e centro sportivo – “A livello sportivo siamo sotto le aspettative, i risultati sono sotto gli occhi di tutti ma il campionato ha dimostrato nel passato che è importante farsi trovare nella posizione giusta di classifica da metà del girone di ritorno. Dobbiamo farci trovare pronti il prima possibile. Dal punto di vista del marketing e del brand siamo a uno stato estremamente avanzato e siamo molto felici di questo. Una delle chiavi di volta per cui è stato acquistato il Palermo è perché il precedente proprietario ha acquistato un terreno dove realizzare il centro sportivo, realizzato in 14 mesi con due campi di calcio per la prima squadra, una club House a disposizione della squadra. Abbiamo acquistato una seconda parte di terreno e studieremo la cosa più opportuna da fare. Oggi dal punto di vista sportivo non stiamo ottenendo quello che ci aspettavamo quando abbiamo costruito la squadra. Siamo però un gruppo giovane, siamo in debito con Palermo perché dobbiamo cercare di ottenere dei risultati migliori. Noi crediamo che Palermo ha la fortuna di avere un colore e un brand riconoscibile a livello mondiale, Dua Lipa e Jason Momoa hanno indossato la maglia del Palermo. Abbiamo riportato Puma dopo dieci anni a Palermo, servirebbe più consapevolezza di quella che è Palermo. Ha una potenzialità fuori dal comune, dopo le big five dal punto di vista strutturale Palermo può essere tranquillamente a quel livello. Ad oggi la difficoltà più grande è vincere le partite, abbiamo 24 mila spettatori di media e registriamo numeri importanti anche in trasferta. C’è questo piccolo neo che non è tanto piccolo e che deve essere recuperato”.
Questione stadio – “Stiamo interloquendo con la pubblica amministrazione per dotare Palermo di uno stadio conforme alle esigenze del calcio moderno. A Palermo stiamo trovando una disponibilità totale della pubblica amministrazione che sta capendo la nostra volontà di investire. Per un gruppo come il nostro è importante avere solo lo stadio, non ci serve altro. Abbiamo la fortuna che Palermo ha 4 milioni di turisti e lo stadio viene sfruttato tutti i giorni dal museo allo store per rendere meno gravoso l’investimento che sarà a carico solamente del proprietario. L’Europeo del 2032 incide come fattore e stiamo valutando l’opportunità di metterci a disposizione. Bisogna darsi da fare, lo stadio di Palermo è stato rifatto parzialmente per i mondiali del ‘90 poi non ha più avuto una manutenzione adeguata. Stiamo cercando di migliorarlo e renderlo più accogliente per i tifosi che hanno risposto con 13600 abbonamenti. A Palermo abbiamo tanti stranieri che chiedono di fare il giro dello stadio, spesso però non lo possiamo fare”.
Sulla fiducia in Alessio Dionisi – “La fiducia nello staff tecnico è inevitabile, noi non decidiamo mai di pancia e dobbiamo essere sempre riflessivi senza farsi prendere dalla valutazione del risultato. La prestazione può esserci e non vinci, ma devi analizzare tutto e prendere la decisione migliore per la squadra. Noi facciamo le strategie e noi decidiamo, poi viene fatto un budget economico a inizio stagione e il risultato sportivo da raggiungere. All’interno di quello c’è totale libertà di movimento, in tutte le società del City Football Group il management è locale perché l’aspetto identitario è fondamentale”.
Sul rapporto con gli altri asset del City Group – “Non c’è nessuna colonizzazione, si vuole solo aiutare per crescere. La fortuna è poter condividere tutte le nostre attività nel quotidiano, oggi ho parlato con Bahia, New York e Melbourne. Questo succede per ogni compartimento, abbiamo gli stessi strumenti del Manchester City come tutte le società del gruppo. Non siamo abituati in Italia ad avere soldi a disposizione. Evidentemente queste proprietà estere vedono delle prospettive che noi italiani non vediamo. L’obiettivo finale di questo progetto può essere l’Europa, ma sicuramente il Palermo ha le potenzialità nel medio periodo per stabilizzarsi nelle prime dieci squadre di Serie A. Noi in due anni e mezzo e in sei mercati abbiamo preso solo un giocatore dal City. C’è condivisione su ogni aspetto, poi le decisioni di campo spettano a ogni realtà. Le decisioni per il Palermo le prende il Palermo, c’è un processo uguale per tutte le società. Se il City vuole cambiare allenatore lo fa nello stesso modo del Palermo. Se il capo del gruppo dice che non si decide il lunedì vale per tutte le squadre. La decisione è sempre collegiale, non sarà mai individuale. Ogni squadra ha le persone preposte a sviluppare le attività, poi si condivide il percorso migliore. Più persone si mettono al tavolo e meglio è. Il problema non è la lunghezza, l’importante è fare la scelta giusta, non il tempo. La soluzione per il Palermo deve trovarla il Palermo, non il City Football Group. Il tempo è un’opportunità e un alibi, il mercato è la stessa cosa. Non sarà il mercato a darci le soluzioni, dobbiamo trovarle al nostro interno valorizzando i nostri giocatori e dimostrando di essere più forti. L’orgoglio più grande è la squadra fuori dal campo che abbiamo costruito e la squadra all’interno del campo che stiamo costruendo”.