Carlo Osti: “Samp? tanti ricordi indimenticabili, ma gli ultimi due anni sono stati da cancellare”
Nel Palermo non ci saranno solo Emil Audero e Valerio Verre come grandi ex sul campo. Fuori, infatti, c’è Carlo Osti, per dieci stagioni e mezza alla Sampdoria e ora direttore sportivo dei rosanero, che punta a riportare in Serie A la squadra siciliana.
E’ una partita del cuore per Osti che, al Secolo XIX, ha ricordato i bei momenti vissuti a Genova. Il primo ricordo è sicuramente per Edoardo Garrone, che lo ha portato in blucerchiato. E poi i derby:
“Edoardo Garrone, un galantuomo. Che ringrazierò sempre per avermi portato alla Samp. Con lui avevo instaurato un bel rapporto. Sono stati 10 anni e mezzo lunghissimi e intensi, i primi 8 anni e mezzo bellissimi, gli ultimi due da cancellare, per una serie di motivi. Sotto il profilo sportivo porterò sempre con me i derby vinti, che sono stati tanti in quel periodo. La Stracittadina di Genova, per l’atmosfera che la contraddistingue è unica nel panorama calcistico italiano.”
“L’indimenticabile è la vittoria per 2-1 allo Juventus Stadium, il 6 gennaio 2013. Io ero appena arrivato con Delio Rossi alla Sampdoria, che si trovava in una situazione di classifica complicata. Doppietta di Icardi che non avrebbe dovuto nemmeno esserci perché convocato dall’Argentina per un torneo giovanile. E in più giocammo in dieci dal 30’ del primo tempo, espulso Berardi. Una partita mitica che cambiò il nostro campionato. Una emozione fortissima. Ho anche il ricordo più brutto: la tragedia del Ponte Morandi.”
Tanti ricordi, tanti affari. Tra il 2014 e il 2019 la Sampdoria realizzò diverse plusvalenze entrate nella storia del club. In quel periodo la coppia con Riccardo Pecini funzionava alla grande. L’affare migliore è stato Lucas Torreira, ma anche i vari Milan Skriniar, Patrick Schick:
“Plusvalenze? Ne avevamo fatte tantissime, specialmente nel periodo 2014-2019, quando nel calcio italiano era esplosa una bolla speculativa che permetteva di realizzare grandi plusvalenze. Siamo stati bravi in quel periodo a fare un lavoro di equipe con i vari tecnici che si sono succeduti. Avevamo Riccardo Pecini, fuoriclasse nell’andare a pescare profili di qualità in quei campionati meno esposti alla luce dei riflettori. Il colpo? Torreira. Lo vidi giocare in un playoff con il Pescara, la chiudemmo in 48 ore. Lo vendemmo all’Arsenal per tanti soldi. Ma sono stati tanti, Schick, Andersen, Skriniar, Praet.”
Di quella Sampdoria non c’è quasi più nessuno. Poche le persone rimaste con la nuova proprietà, persone che hanno lavorato fianco a fianco con Osti nel suo periodo a Genova:
“Alberto Bosco e Massimo Ienca li considero dei fratelli. Insieme ne abbiamo viste e vissute tante. Ho sofferto per la scomparsa di Giorgio Ajazzone, un pezzo di Samp che se n’è andato. Salutatemi il dottor Baldari, il più forte medico del mondo”