Palermo, i calciatori rosanero alla camera ardente di Schillaci. Di Mariano: «Grazie, zio Totò»
I giocatori del Palermo sono arrivati allo stadio Renzo Barbera per portare il loro saluto al feretro di Totò Schillaci. I primi ad arrivare sono stati Fabio Lucioni, Roberto Insigne, Valerio Verre e Matteo Brunori, pochi minuti dopo sono giunti via via tutti gli altri. I giocatori si sono fermati alla camera ardente: presente anche il tecnico dei rosanero Alessio Dionisi.
Qualche ora prima la società aveva pubblicato un comunicato sul sito per esprimere, «con il presidente Dario Mirri e tutta la famiglia City Football Group il proprio grande cordoglio per la prematura scomparsa di Salvatore Schillaci» e contemporaneamente aveva aggiunto di stringersi «al dolore della famiglia di Francesco Di Mariano», calciatore rosanero e nipote di Schillaci. «Protagonista assoluto delle Notti Magiche di Italia ’90, Totò ha scritto con i suoi gol pagine indelebili della storia del calcio, regalando pura gioia ai palermitani in tutto il mondo», aveva concluso il club rosanero, accompagnando la nota a una rara foto di Schillaci in maglia rosanero. La stessa foto, pubblicata sulla pagina Facebook del club, viene illustrata con queste parole: «Raro vederti con questi colori addosso, caro Totò. Eppure sei stato e sarai per sempre una bandiera di questa città. Per questo ti abbiamo voluto con noi al Barbera quella sera con le vecchie glorie, nel 2019. E per questo rimarrai sempre con noi, a ricordarci che dobbiamo essere sempre capaci di sognare».
Quel sogno cullato proprio dal nipote, Francesco Di Mariano, che ha ricordato lo zio con un post: «Caro zio, sono cresciuto nella tua scuola calcio, con l’idea di dover arrivare ad alti livelli e partecipare a un mondiale e rendere fiero un popolo, farlo sognare proprio come hai fatto tu, ma questo non è accaduto, spero tu sia rimasto comunque orgoglioso di me. Sin da piccolo sono sempre stato accostato a te, ed è stato un onore ed un orgoglio». Di Mariano esprime gratitudine per lo zio, fratello di sua mamma. «Grazie per tutti i consigli che mi hai sempre dato – scrive – per affrontare questo lavoro al meglio. Hai affrontato questa malattia come un leone. Fino all’ultimo, proprio come facevi in campo, il tuo cuore non voleva cedere, ma adesso puoi riposare in pace e riabbracciare la nonna. E fallo anche da parte mia. Ciao zio, ciao bomber».