Di Francesco adesso vuole prendersi il Palermo

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Il suo acquisto dal Lecce era stato accolto con la convinzione che potesse essere uno dei trascinatori verso la Serie A, ma qualcosa non è andato come doveva e la prima stagione di Di Francesco a Palermo si è chiusa con un ruolo di secondo piano: Mignani infatti lo ha impiegato appena 47’ nelle tre gare dei play-off, non esattamente il minutaggio che ci si aspetterebbe per un giocatore con il suo curriculum. Eppure, nonostante le difficoltà riscontrate e un bilancio realizzativo limitato ad appena 5 gol (benché non sia mai andato in doppia cifra nella sua carriera), il numero 17 dovrebbe essere uno dei punti fermi da cui ripartiranno i rosa nel 2024/25.

Diversamente da Insigne, sul quale Dionisi farà valutazioni più approfondite soprattutto per ragioni di modulo, Di Francesco ha dalla sua parte la fiducia piena di club e staff tecnico: nessuno al Palermo vanta così tante presenze in Serie A come lui (158), ragion per cui gli verrà data una seconda opportunità per dare prova del suo talento e della personalità che in passato lo ha reso uno degli elementi di punta, tra le altre, di Spal e Lecce. Nel primo campionato in rosanero si è distinto soprattutto per il sacrificio: i suoi movimenti avanti e indietro sulla fascia sinistra lo avevano reso imprescindibile per Corini, sia nel 4-3-3 che nel 4-2-3-1 (dove il numero 17 ha espresso il suo gioco con maggior efficacia), mentre il ruolo di mezzala cui lo ha relegato Mignani del 3-5-2 di fatto non gli ha permesso di esprimersi né in attacco, dal momento che la sua posizione era troppo distante dalle punte, né in difesa, dove la lettura dei movimenti avversari era inevitabilmente meno ottimale rispetto ai centrocampisti puri.

I 5 gol in 36 partite (33 in campionato più tre ai play-off) rappresentano il secondo miglior dato in carriera dopo quello registrato a Lanciano nel 2015/16 (8 reti), ma non possono certo essere un bottino soddisfacente per uno con il suo talento, soprattutto se si considera che le marcature si sono distribuite solo in tre fasi della stagione: all’esordio contro la Feralpisalò, a fine dicembre contro Como e Cremonese, tra fine febbraio e i primi di marzo contro Como e Brescia. Il nuovo Di Francesco che si aspettano i rosa dovrà essere più incisivo ma soprattutto più prolifico, perché per andare in Serie A ci sarà bisogno del contributo di tutti e di giocatori pronti a mettere in campo il loro reale valore: la fiducia della società, in un reparto offensivo che va verso uno smantellamento massiccio, è tuttavia indicativa di come il figlio di Eusebio sia destinato a un ruolo di spicco nell’undici titolare dopo aver vissuto da comparsa i play-off. Difficile dire se un minutaggio maggiore nel doppio confronto con il Venezia (in campo 1’ più recupero all’andata, 34’ al ritorno) avrebbe potuto scrivere un destino diverso, vista anche l’oggettiva differenza di valori tra la squadra di Vanoli e quella di Mignani, ma la rinuncia al profilo con più esperienza in massima serie a vantaggio di Brunori in un ruolo inedito (ala sinistra) o di Traorè (primo cambio in attacco) ha certamente contribuito al flop dei rosa. Nel 2024/25 il margine d’errore sarà minimo: i giocatori più blasonati, tra cui Di Francesco, saranno i primi a dover tirare la carretta verso la promozione e guidare i compagni nei momenti difficili.

Redazione

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Fonte della notizia: gds.it

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