La Repubblica: “Il problema del Palermo non era Corini”

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Adesso lo possiamo dire con cognizione di causa. Il problema del Palermo non era Corini. O meglio, Corini era una componente di una situazione negativa complessiva, ma non la più grave. La riprova si è avuta nelle cinque partite con Mignani in panchina nelle quali non è cambiato nulla. Anzi, se possibile, le cose sono andate peggio. Il tecnico non è riuscito a incidere e oggi, con tre miseri punti in cinque partite, anche il soprannome di mister X appare oltremodo benevolo.

La squadra continua a ripetere gli stessi errori commessi in passato, è senza carattere, incapace di imporsi anche con avversari sulla carta più deboli. Da Mignani, arrivato dopo i no di Gattuso e Grosso, ci si attendeva una voglia di rivalsa dopo l’esonero di Bari. E invece il tecnico ha sin qui fatto poco, troppo poco per riuscire a trasformare in oro il metallo scadente spesso visto in campo con la maglia rosanero. Sì, perché diciamocelo chiaramente: alla fine le colpe più gravi di questa situazione sono della squadra.

Con l’aggravante che il lavoro fatto in fase di campagna acquisti sembrava foriero di altri risultati. Tutti o quasi tutti – compreso chi scrive – a inizio stagione avevano pronosticato il Palermo tra le protagoniste. In città, però, deve esserci un virus che colpisce anche quei calciatori il cui curriculum parla chiaro e che, una volta arrivati in rosanero, tradiscono le aspettative. Sino a qualche tempo fa c’era l’alibi Corini. Il tappeto sotto il quale nascondere tutta la polvere, il parafulmine sul quale fare ricadere tutte le colpe. Adesso che l’alibi non c’è più gli errori continuano, i singoli fanno strafalcioni imbarazzanti, la vittoria manca dal 10 marzo, al “Barbera” i tre punti sono un miraggio e in trasferta si raccattano figuracce come quella di La Spezia.

Redazione

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Fonte della notizia: tuttoB.com

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