GdS: “Mignani allarga il Palermo, i ‘ripescati’ un’arma in più”
Un po’ le squalifiche, un po’ la necessità di cambiare qualcosa sul piano tattico e un po’ la volontà di dare un’opportunità a tutti gli elementi in organico: sono questi, al di là del passaggio alla difesa a 3, i segni più tangibili del nuovo corso targato Mignani.
A Cosenza la mossa più sorprendente di Mignani è stata anche quella più azzeccata tatticamente: il tecnico ha approfittato dell’assenza per squalifica di Di Mariano per dare fiducia a Buttaro, nonostante gli zero minuti in campo nel 2024. Dopo un avvio timido il numero 25, che già nella scorsa stagione aveva dimostrato di sentirsi decisamente a suo agio da esterno destro sulla linea di centrocampo, ha trovato un inserimento perfetto su cross di Lund e bruciato sul tempo gli avversari per lo 0-1. Un gol che rilancia le sue quotazioni per il finale di campionato, a prescindere da ciò che in estate la società deciderà di fare con lui.
Già contro la Sampdoria Mignani aveva sorpreso con la scelta di puntare su giocatori che sembravano ormai fuori dal progetto Palermo, con un minutaggio più che limitato nel 2024: Mancuso ha scalato la gerarchia in attacco trovando spazio nell’undici titolare accanto a Brunori, Stulac è stato utilizzato al posto dello squalificato Gomes e ha mandato in crisi i blucerchiati con un paio di calci piazzati (su uno di questi è arrivato il 2-1, siglato proprio dal numero 7). Contro il Cosenza, oltre alla novità Buttaro, il tecnico ha scelto Henderson anziché Segre per affiancare Gomes in mediana: lo scozzese aveva disputato uno spezzone di livello con la Sampdoria e Mignani ha optato per la conferma dal primo minuto, venendo ripagato con giocate interessanti e precise per quanto comunque non incisive sul risultato.
In attacco, se Soleri come unica punta di peso tra le riserve costituisce l’alternativa più immediata a Brunori e Mancuso, il tentativo di pescare risorse dalla panchina è ancora in fase sperimentale: contro i blucerchiati ha trovato spazio Traorè e contro i «lupi» Insigne, ma entrambi hanno avuto poco tempo a disposizione per incidere e non sono stati nemmeno aiutati da un gioco continuamente spezzettato. Le scelte di Mignani nelle prime due uscite evidenziano come sia difficile immaginare un undici tipo, soprattutto a centrocampo.