GdS: “Palermo, pari e rimpianti. A Como si fa rimontare due volte”
Pareggio infittito di colpi di scena tra Como e Palermo. Nella prima frazione i siciliani dominano la gara sotto tutti gli aspetti. Agonismo, fisicità, sorpassi e controsorpassi scandiscono i ritmi di una gara giocata con grinta e intensità fino alla fine. Como dai due volti: irriconoscibile nel primo tempo, volitivo e determinato nella ripresa. Palermo bravo a costruire la strada per la vittoria ma ancora una volta incapace di gestire il risultato fino alla fine. Nell’economia della classifica poco cambia per i rosanero che rimangono agganciati alla zona playoff. Un passetto indietro invece per il Como che si fa superare dalla Cremonese.
LA GARA. Pronti, via. Aggressività nella pressione, grinta nei contrasti e improvvise accelerazioni nella parte alta del campo sono le scelte del Palermo p er impensierire gli avversari. Il Como, molto solido nelle chiusure, sceglie invece la strada di un ampio palleggio che tuttavia in termini di occasioni create rimane sterile. Un lungo lancio in profondità di Gomes apre la strada dopo un quarto d’ora alla rete del vantaggio di Di Francesco. La reazione del Como è impalpabile e prima del riposo il Palermo sfiora il raddoppio con un tiro-a-giro di Insigne che si stampa sulla traversa, deviata da Semper.
RIPRESA. Ben altro piglio nella ripresa per il Como, che dopo soli 28” centra il pari con Cutrone e poi raddoppia con Gabrielloni. In entrambi i gol c’è lo zampino di Curto, sbadato nelle marcature ma incisivo come assist-man. Corini non si fascia la testa e invita alla calma dalla panchina. Il Palermo si scrolla di dosso lo shock, ritrova compattezza e soprattutto incisività. Brunori e Stulac disegnano gli assist perfetti per i colpi di testa di Segre e Graves che valgono il controsorpasso. All’ultimo respiro il Palermo fa però “harakiri”: un colpo in area di Marconi su Curto (segnalato dal Var) dà al neo entrato Verdi il rigore che vale il pari. In superiorità numerica, nei lunghissimi sei minuti di recupero, il Como sfiora addirittura il kappaò.