Tuttosport: “Una cosa è sicura: Palermo non ama più il suo condottiero”
Domenica pesante per gli allenatori in Serie B. Clamoroso a Como: Moreno Longo esonerato, al suo posto sulla panchina l’esordiente Cesc Fabregas che del club è uomo forte (ha delle quote). Lì ha chiuso la carriera, lì ha iniziato il percorso da allenatore nella Primavera. A La Spezia destino segnato per Max Alvini, ad Ascoli riflessioni su William Viali, per il Brescia c’è anche Rolando Maran.
E a Palermo, Eugenio Corini può essere confermato, ma l’ambiente ormai è contro. Travolta dai fischi, la squadra rosa perde al Barbera e stavolta non si salva nessuno. Il più bersagliato proprio Corini, che nemmeno era in panchina a causa della squalifica, invitato a gran voce a “togliere il disturbo”. Una reazione di pancia clamorosa quella dei 18 mila del Barbera, ma che si può capire, perché il Palermo contro il Cittadella non ha giocato a calcio. Ha fatto solo confusione e all’ultimo respiro s’è anche inchinato al gran gol di Pandolfi, che già in Serie C – e sempre nel recupero in questo stadio – aveva punito i rosanero con la Turris. Un gol che ha messo altro sale nelle ferite di questo Palermo che, pur restando terzo in classifica, in 5 partite (4 in casa!) è riuscito a conquistare la “bellezza” di 4 punti e a dilapidare tutto il patrimonio di entusiasmo.
I limiti sono venuti fuori in tutta la loro “grandezza” ieri contro un Cittadella ben messo in campo che si è portato a casa una vittoria pesantissima. Partita bruttissima in entrambi i tempi, con il gioco che è rimasto solo nelle intenzioni. Ma se dal Cittadella era lecito aspettarsi un atteggiamento sparagnino, lo stesso non poteva essere dal Palermo che ha sbagliato completamente partita. E qui entra in gioco Corini che ancora una volta s’è divertito a cambiare la squadra (fuori Valente e Mancuso, dentro Insigne e Di Mariano) che aveva battuto il Brescia. Di fatto i rosa non sono mai riusciti a mettere insieme due passaggi di fila e in tutta la partita hanno avuto una sola occasione con Coulibaly al 45’ (alto di testa di poco) per passare. Poi, mai un’idea e una miriade di lanci lunghi finiti nel deserto. Alla fine il colpo del ko di Pandolfi e una battuta d’arresto che apre riflessioni anche sul futuro di Corini. La politica del City non si sposa con i cambi in corsa, ma di sicuro c’è che Palermo non ama più il suo condottiero come dimostrano anche gli altri cori degli ultrà che hanno contestato squadra e tecnico. «Da allenatore accetto che possa essere ogni giorno in discussione – dice Corini -. La squadra viene da un mese negativo. E’ giusto che la gente se la prenda con me. Serve però reagire».