“Serie B. Quattro città con il fiato sospeso. Di Nunno: «Vogliono la nostra B per vendere meglio il Perugia»”, titola Tuttosport.
Quattro città con il fiato sospeso. Quattro club in un limbo tra il
paradiso della B e l’inferno della C o addirittura dei Dilettanti. Oggi è
il giorno del Tar del Lazio: nella lunghissima estate calda della serie
B, entra in campo anche la giustizia ordinaria. E’ ad essa che si sono
rivolte Reggina e Lecco per riavere quella serie B negata dalla
giustizia sportiva. Spettatori interessati sono Brescia e Perugia che
sperano di prendere il posto delle due momentaneamente escluse. Non sarà
comunque una sentenza definitiva perchè, prima di mettere la parola
fine a questa storiaccia tutta italiana, bisognerà aspettare il
Consiglio di Stato, fissato per il 29 di questo mese.
A Reggio Calabria, più passa il tempo e più cresce l’ottimismo per un
ribaltone dopo i tre no incassati da Covisoc, Figc e Consiglio di
Garanzia del Coni: non tanto per come sono messi club e squadra (il
cambio societario da Saladini a Ilari avverrà solo in caso di
riammissione in B, intanto Inzaghi si allena con un manipolo di
giocatori che hanno quasi tutti richieste e non vedono l’ora di fare le
valigie) piuttosto per quella che fu la sentenza del Tribunale di Reggio
Calabria che consentiva di pagare lo stralcio del debito dopo l’omologa
entro il 12 luglio (come è avvenuto) mentre la Figc aveva chiesto la
messa in regola entro il 20 giugno. Manuele Ilari non ha dubbi: «Noi e
il Lecco dobbiamo essere riammessi in B senza se e senza ma. Occorre
salvaguardare l’etica sportiva». Il potenziale nuovo patron ha anche già
illustrato le linee chiave nella costruzione della squadra in caso di
riammissione: stop a nomi e contratti altisonanti in luogo di una rosa
giovane e sostenibile.
A Lecco il vulcanico Di Nunno si aspetta che il Tar riconosca che il
piccolo ritardo con cui è stato indicato lo stadio alternativo al
Rigamonti-Ceppi (l’Euganeo di Padova) è dipeso da cause non
riconducibili alla società lariana (lo slittamento dei playoff di C poi
vinti dalla squadra di Foschi e la famigerata pec dove si chiedeva una
proproga che sarebbe stata inviata in Figc nei tempi giusti, ma aperta
in ritardo). Nel caso in cui il Lecco non dovesse trovare soddisfazione
dalla Giutizia Civile, Di Nunno non ha alcuna intenzione di ripartire
dai Dilettanti: «Lascerei il calcio, vorrebbe dire che hanno paura di
me. A Perugia vogliono prendere il nostro posto solo per poter vendere
meglio la società». Brescia e Perugia non possono far altro che
aspettare e sperare di veder cancellati da un tribunale gli errori
commessi sul campo. Cellino tornerà domani in città dopo una decina di
giorni in barca nella sua Sardegna. Chi l’ha visto o sentito assicura
che è abbastanza tranquillo sulla riammissione al posto della Reggina,
intanto ha ceduto anche Ayè (per un milione di euro all’Auxerre) e non
ha ancora fatto alcun innesto in un gruppo retrocesso e che aveva già
perso cinque giocatori per fine contratto. Santopadre rispedisce al
mittente le frasi di Di Nunno: «Parla molto per influenzare le sorti di
una vicenda le cui cause vanno ricercate solo nelle scelte di quella
società». Intanto la Spal si è vista respingere dal Coni l’appello per
prendere il posto degli umbri nella graduatoria delle possibili
riammissioni, ma anche in questo caso potrebbe non essere finita qui.
Intanto armiamoci di pazienza e mettiamoci comodi: oggi sarà una lunga
giornata e non è escluso che la sentenza slitti a domattina.