Vecchio Palermo, favori per evitare il fallimento: un teste nega
Ancora strascichi giudiziari riguardano una vicenda parallela al fallimento del vecchio Palermo. In aula a Caltanissetta ci si chiede se il club abbia scongiurato proprio il fallimento, almeno per un anno, a causa di certi “favori”.
Imputati l’ex presidente Giovanni Giammarva, il giudice della sezione fallimentare Giuseppe Sidoti, che non avrebbe fatto emergere la reale situazione dei rosa, e Fabrizio Anfuso, giudice che si sarebbe macchiato si rivelazione di notizie riservate.
“Sidoti sarebbe stato ricompensato per non aver fatto fallire il Palermo con un paio di biglietti di tribuna e con l’accesso della classe del figlio alle celebrazioni del 23 maggio”, scrive Ivana Baiunco sul Giornale di Sicilia.
Ricompense che sarebbero arrivate dopo il respingimento del fallimento datato 30 marzo 2018. Daniele Santoro, commercialista chiamato come teste, è stato ascoltato a processo (aveva rapporti con Sidoti e Giammarva, rapporti personali che creavano incompatibilità).
“Non ritenevo ci fosse incompatibilità e non ho mai ricevuto indicazioni o pressioni dal giudice Sidoti. I miei rapporti con il dottore Lo Voi sono sempre stati buoni, ci diamo del tu”.