“Cessione Sampdoria, Ferrero gioca al rialzo: sul tavolo il marchio del club”, titola Tuttosport.
[…] La Sampdoria ha la necessità di un aumento di capitale per mettersi in regola con tutti i pagamenti (in primis gli stipendi dei calciatori di gennaio, febbraio e marzo entro domani) e per iscriversi al prossimo campionato di serie B. Una necessità finanziaria che significa salvezza societaria: l’unica vera priorità è quella di evitare il fallimento e la ripartenza dalla serie D. Sarà il giorno finalmente decisivo?
La Genova blucerchiata spera di sì, il cda guidato dal presidente Marco Lanna viene descritto in queste ore come prudente ma ottimista, anzi realista. C’è un accordo in esclusiva firmato dallo stesso cda con Aser Ventures e Gestio Capital, ovvero le due società degli acquirenti Andrea Radrizzani e Matteo Manfredi. Sono loro i due potenziali salvatori della Sampdoria che – grazie a un investimento immediato da 65 milioni – possono mettere subito in sicurezza. E però non c’è ancora un accordo con Massimo Ferrero, che attraverso un trust collegato ai concordati di Eleven Finance e Farvem – ovvero due società di sua proprietà a rischio fallimento – è ancora tecnicamente l’azionista della Sampdoria. « Nè la proprietà e nemmeno il trustee hanno ricevuto proposta di acquisto delle azioni da parte della predette società » aveva fatto sapere domenica sera Pieremilio Sammarco, avvocato di Ferrero.
In realtà ci sono stati molti contatti negli ultimi giorni tra il gruppo Radrizzani/Manfredi (che vede il coinvolgimento con una quota minoritaria del Qatar Sports Investments di Nasser Al Khelaifi del Psg) con Gianluca Vidal, il commercialista di Mestre che gestisce il trust per conto di Ferrero. Le proposte sul tavolo ci sono ormai da giorni, anche ieri – con Radrizzani in Inghilterra per l’ultima gara del suo Leeds in Premier – ci sarebbe stata un’ulteriore call video tra Manfredi e Vidal per fare il punto della situazione. Aser Ventures e Gestio Capital hanno già chiuso l’accordo col cda sui temi più caldi in ballo – quelli relativi a banche e creditori – e stanno comunque lavorando a un accordo con Ferrero che però (come già accadde nel 2019 con la trattativa con Vialli, Dinan e Knaster) starebbe ancora cercando un ultimo gioco al rialzo, mettendo in mezzo oltre che il valore dei concordati (25,5 milioni) anche il marchio della Sampdoria di cui è proprietario. Una partita nella partita, ma il vero match si gioca comunque sui conti della società.
Facendo leva sull’articolo 120 bis del Codice della crisi e dell’insolvenza, con la Sampdoria ad oggi in fase di composizione negoziata almeno sino al 6 giugno, il cda di fatto può spingere per l’aumento di capitale forzoso da parte di Radrizzani/Manfredi, cioè senza l’avvallo dell’azionista e quindi di Ferrero. Un articolo che tutela i creditori e la continuità aziendale, un articolo che può salvare la Sampdoria. Anche se lo scenario – senza un accordo definitivo col Viperetta – non libera il campo da possibili battaglie legali tra le parti. Realisticamente però Ferrero non può continuare a giocare col fuoco: il fallimento della Sampdoria porterebbe anche al fallimento di Eleven Finance e Farvem e – visto il suo quadro giudiziario tutt’altro che candido (la condanna nel 2014 per la bancarotta della Livingston nonché il processo in corso a Paola in cui è accusato del crac di altre società) – le conseguenze anche personali per il Viperetta sarebbero pesantissime. Il tempo stringe ed è una mannaia sulla testa un po’ per tutti. Per la Sampdoria e anche per Ferrero.