Papadopulo e i “suoi” ragazzi: «Vi racconto Grosso e Corini. Domani…»

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«Eugenio e Fabio, due uomini speciali. A loro mi lega davvero un bel rapporto». Inizia così il racconto alla nostra redazione di Giuseppe Papadopulo in un vortice temporale che unisce presente e passato. Perché Palermo-Frosinone di domani sarà anche la sfida tra due allenatori che l’esperto tecnico ha allenato in rosanero nella stagione 2005-06. Corini e Grosso, anime di una formazione che all’epoca deliziò. In Italia e anche in Europa. Vederli seduti in panchina, oggi, non rappresenta una sorpresa: «Le caratteristiche da “condottieri” le avevano entrambi – le parole del mister originario di Casale Marittimo – per differenti ragioni. Uno, ossia Eugenio, per il ruolo rivestito in campo. Regista puro con innata visione di gioco e attitudini nel riconoscere determinate situazioni tattiche. L’altro, vale a dire Fabio, per importanti qualità tecniche che gli hanno permesso di interpretare il compito di terzino sinistro in maniera decisamente moderna. Il tutto, abbinato a doti comunicative di una certa rilevanza».

I RICORDI – La comunicazione, elemento fondamentale per gestire ogni tipo di dinamica sia nello spogliatoio che nelle relazioni con l’esterno: «Già all’epoca, seppur con spinte interiori diverse, si riscontravano delle ottime capacità nell’esprimersi. Toni giusti, educati ma efficaci in termini di contenuti. E questo all’interno del gruppo lo si avvertiva con facilità». Tanto è vero che quel Palermo, trascinato dallo spessore calcistico e umano di certe figure, arrivò lontano. Sia nel contesto tricolore, chiudendo la stagione al quinto posto con una semifinale di Coppa Italia, che in quello continentale: «Io subentrai a Gigi Delneri, trovando una formazione sfiduciata come sempre succede quando si viene chiamati ad agire in corso d’opera. Eppure, riuscimmo a fare ottime cose. Gli ottavi di Coppa Uefa con lo Schalke 04 li rammento – ha affermato Papadopulo – con un certo rammarico perché dopo l’1-0 dell’andata in casa, in Germania subimmo un severo 3-0 che ci eliminò dalla competizione. Però questi momenti, condivisi con ragazzi bravissimi come Fabio ed Eugenio, a distanza di tempo mi rendono comunque felice del percorso compiuto insieme».

GROSSO, ANGELOZZI E… GRUPPO – L’attualità, nel frattempo, volgendo uno sguardo a quanto sta succedendo in cadetteria, sorride ai giallazzurri di Grosso. Dominanti, belli da vedere e in fuga slanciatissima verso la Serie A. Eppure, l’allenatore toscano non è sorpreso nel vedere un Frosinone così imperante: «Me lo immaginavo – l’analisi – perché conosco il modo di lavorare certosino di Guido Angelozzi, con cui ho vissuto gli anni di Andria e Lecce». 24 dicembre 2006, entrando nel merito: il giorno che sancì l’esonero di Zeman e l’approdo in Salento di Papadopulo: «Nel giro di un anno e mezzo il Lecce tornò dalla B in massima Serie. Emozioni indelebili che mi legano anche a Guido». L’architetto del Frosinone odierno, contraddistinto da un punto di forza particolare: «Per me i Ciociari, evidenziando la bontà di una proposta di gioco che esalta fase offensiva e difensiva, coinvolgendo tanti calciatori, hanno nel gruppo la loro vera arma determinante. Fateci caso, vanno in gol con tanti uomini e ognuno è attore protagonista quando chiamato in causa. Non c’è il bomber trascinatore della situazione, come spesso accade in Serie B. Tutti sono importanti nell’incidere ma nessuno è indispensabile».

LA PARTITA – Considerazioni validate da numeri eloquenti, così come altrettanti indici numerici confermano la risalita di un Palermo che è in piena corsa playoff: «Anche Eugenio sta conducendo un bel lavoro, naturalmente diverso rispetto a quanto accaduto con Fabio a Frosinone. Credo che entrambi abbiano come idea di base quella di sviluppare un calcio di qualità e offensivo. Tutti e due, poi, hanno avuto grandi allenatori nelle rispettive carriere da calciatori e prendere un po’ da ognuno avrà certamente ispirato la nascita di un’idea di gioco migliorata e certamente propositiva». Le condizioni per assistere ad un match vibrante, dunque, abbondano. Con l’auspicio che possano essere messi da parte strascichi riconducenti al passato: «Io credo che le presenze in panchina di due figure che hanno calcato il meraviglioso palcoscenico del “Barbera” serviranno a stemperare gli animi. Mi aspetto una bella gara con un andamento che consenta di mostrare i valori delle squadre». Guai, però, a parlare di pronostici: «Sono legato a questi ragazzi, per cui non faccio previsioni per il confronto secco ma li propongo per la stagione. Mi auguro vivamente che Grosso e il suo Frosinone riescano a coronare il sogno della promozione diretta in Serie A, così come spero che il Palermo e Corini possano raggiungere il medesimo obiettivo attraverso i playoff».

Redazione

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