E’ crisi nera in casa Palermo.
“Il Palermo è allo sbando, alla deriva, nella tempesta. Scegliete voi la definizione migliore dopo il 3 a 0 rimediato dai rosanero a Terni. Forse però la cosa più giusta da dire è che il Palermo non c’è. Del resto, se in quasi cento minuti di gioco non
fai nemmeno un tiro in porta, se lasci agli avversari occasioni in quantità industriale, se sbagli in tutti i momenti topici della gara, se arrivi sempre dopo i tuoi rivali, se i giocatori chiamati a farti fare il salto di qualità si nascondono, allora c’è veramente poco da dire se non che il Palermo non c’è e Corini, che dalla sua ha l’attenuante di aver dovuto inserire tanti giocatori nuovi in pochissimo tempo, dovrà fare in fretta per dare una sterzata alla stagione. Del resto, cosa si potrebbe dire di più di una squadra che a Terni ha ottenuto la quinta sconfitta nelle ultime sei gare? Un ruolino di marcia che parla da solo, ma che diventa ancora più desolante se si considera il fatto che il Palermo a Terni sembrava la vittima sacrificale di una squadra che invece va a mille.
Corini ha cambiato modulo ed è tornato all’antico con il 4-3-3, ma la musica non è cambiata e la sensazione è che almeno in questa fase del campionato, il problema non sia tanto da ricercare nel modulo quanto nella testa, nell’approccio, nelle motivazioni, nella voglia di un gruppo che da Manchester ha riempito a tutti la testa dicendo di essere maturato e più forte e che invece in campo si sta dimostrando troppo brutto per essere vero. Si diceva del modulo: ma che c’entra il modulo se Brunori resta isolatissimo, se Di Mariano ed Elia sono troppo larghi, se Segre non entra in partita, se Stulac non incide, se Mateju non ingrana e regala anche la rimessa dalla quale prende il via l’azione che porta al primo, splendido, gol della Ternana? Alla fine, a fare bene i conti, il Palermo ha giocato alla pari con gli avversari dieci minuti. Tra il 25esimo e il 35esimo, senza per altro mai tirare in porta. Per il resto una prestazione da dimenticare in fretta per cercare di voltare pagina”, scrive La Repubblica.