Modulo offensivo ma con equilibrio: come giocherà il Palermo di Corini
un gioco di qualità. Poi, soffrire non è una vergogna. La terza
avventura in maglia rosanero (la 2° da allenatore) inizierà per Corini
da lunedì, quando dirigerà il suo primo allenamento. Tanto lavoro sulla
testa, anzitutto. Poi tutto il resto. Stile offensivo, ma sempre cercando di dare equilibrio alla squadra.
Ci vogliono le idee, certamente, ma anche i giocatori funzionali per
mandare avanti un’idea di calcio. Ecco perchè il “Genio”, nelle diverse
call tenutesi con la dirigenza, ha chiarito da subito alcune questioni
inerenti il mercato. E avrà (con ogni probabilità) ricevuto garanzie.
Perché anche se l’obiettivo è quello di disputare un campionato
tranquillo, serviranno rinforzi importanti, in una B che si prospetta la
più difficile degli ultimi anni. Corini predilige il 4-3-3, ma si sa adattare alle caratteristiche dei giocatori.
In
attesa che il calciomercato gli regali pedine funzionali, non è escluso
che per le prime giornate di campionato si possa continuare comunque
con il 4-2-3-1. L’intento sarà quello di non stravolgere tatticismi e
idee che la squadra ha ben metabolizzato e che hanno portato ad una
fantastica promozione. Nella sua prima avventura da allenatore a
Palermo, utilizzò la difesa a 3. Un viaggio breve, ma “intenso”, come lo
aveva definito in esclusiva ai microfoni di Gds.it. Uno spirito di
adattamento sopra le righe, un gruppo di calciatori non conforme alla
sua idea di calcio.
Una scelta presa per amore, quella di sposare
il progetto Palermo nel 2016, così come quella di dimettersi appena un
mese e mezzo dopo. Perché “non c’erano le condizioni per poter salvare
la squadra”. Il 3-4-2-1 era il modulo utilizzato, la partita a Genova la
più bella: da 3-1 a 3-4, tutto in pochi minuti. E l’illusione salvezza
sempre più viva. Poi le dimissioni e il lento declino verso la
retrocessione. Adesso Corini ripartirà da certezze e soprattutto da una
proprietà forte alle spalle. Aspettando il mercato, lungo ancora 20
giorni. Sono tanti, ma adesso c’è da fare sul serio.